“Per noi allievi il Metodo era inscindibile dalla sua persona, perché era il frutto della sua cultura scientifica e della sua sensibilità, della sua pratica delle arti marziali e della sua matrice ebraica; oltre a essere l’espressione della sua innata curiosità e della capacità di avere intuizioni in notevole anticipo sui tempi.” Mara Della Pergola

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Così continua Mara nel ricordo del maestro: “Il suo modo di insegnare non era certo accademico. Nel corso di Amherst (Massachusetts) Feldenkrais costruiva per noi le sue meravigliose lezioni; che erano sì strutturate in modo razionale, direi scientifico, ma con la grande virtù di lasciare uno spazio personale di interpretazione e questo ci permetteva di esplorare, riconoscerci, trovare i nostri limiti al fine di aggirarli, migliorare, crescere e maturare. Le sequenze di movimenti che ci proponeva rendevano concreti  principi astratti, in quanto esperienza pratica e così  idee complesse si traducevano in elementi comprensibili. Anziché fornire risposte, ci stimolava a porci domande e a interpretare la realtà da diversi punti di vista. Le lezioni erano un cibo per la mente e per il corpo, direi per l’essere umano nella sua integrità.”

Moshe Feldenkrais: cenni biografici e contesto culturale

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  • Le origini

    Moshe Feldenkrais nasce nel 1904 da una famiglia ebraica di madrelingua russa nella città ucraina di Slavuta, culla della tradizione del chassidismo; una cultura intellettuale e spirituale che egli eredita e che sarà per lui fonte di ispirazione. Il suo secondo nome – Pinhas – gli viene dato in onore dell’illustre antenato, il Rabbino Pinhas di Korets, vissuto nel XVIII secolo, figura importante del chassidismo e guaritore. Nel 1912 la famiglia si trasferisce nella città bielorussa di Baronovich.

  • Palestina: il lavoro e l’interesse per le arti marziali

    A soli 14 anni Feldenkrais lascia la casa paterna per emigrare in Palestina. Lavora nei cantieri edili, frequentando corsi serali per il diploma di scuola superiore, che ottiene nel 1925. È attivo anche come cartografo e agrimensore e si interessa all’educazione fisica, iniziando ad approfondire le arti marziali e le tecniche di autodifesa. A 25 anni scrive il manuale “Jiu Jitsu e autodifesa”. Ama giocare a calcio e  nel 1929  subisce  una lesione al ginocchio, seguita da altri traumi che in seguito si sarebbero aggravati. Una condizione, questa, che inciderà sull’elaborazione del Metodo. Appassionato di ipnosi, traduce dall’inglese in ebraico “Autosuggestion”, un testo di Emile Coué sulle tecniche di autosuggestione, inserendo due capitoli di suo pugno.

  • Parigi: judo e ricerca scientifica

    Moshe-x-bio-judoNel 1930 si trasferisce a Parigi grazie a una borsa di studio. Qui conosce il maestro Jigoro Kano, fondatore del judo e diventa una delle prime cinture nere in Europa (1936). Nel 1935 pubblica un’edizione francese riveduta del libro ebraico sul jujitsu, col titolo “Manuel pratique de jiu-jitsu, la defense du faible contre l’agresseur” con prefazione di Kano. Nel 1938 pubblica “A.B.C. du Judo”.  Feldenkrais e Kano fondano la prima scuola di judo a Parigi, il Judo Club de Paris. Nel frattempo Feldenkrais consegue la laurea in ingegneria e, più tardi, il dottorato di ricerca in ingegneria meccanica ed elettrica alla Sorbona. Lavora come assistente ricercatore di fisica nucleare con il premio Nobel per la fisica Frédéric Joliot-Curie. Ricerca scientifica e pratica delle arti marziali sono i due campi di indagine di questi anni, ai quali si aggiunge l’approfondimento dello sviluppo infantile dopo il matrimonio con la pediatra Yona Rubenstein (1938).

  • Gran Bretagna: studi e autoesplorazione

    Nel 1940, con i tedeschi alle porte di Parigi, cerca rifugio in Gran Bretagna, dove lavora fino al 1946 per la marina militare con incarichi nei sistemi di difesa sottomarini. Non abbandona i suoi interessi e insegna ai colleghi tecniche di autodifesa. Quando ritorna a farsi sentire il vecchio infortunio al ginocchio, per evitare un’operazione molto rischiosa e dall’esito incerto inizia a esplorare e a sperimentare su di sé piccoli movimenti che possano aiutarlo a migliorare: raffina così il suo grado di consapevolezza in termini di propriocezione e di sensibilità cinestetica, individuando le sottili connessioni neuro-muscolari inconsce tra tutte le parti del corpo. Si apre la strada al suo Metodo, basato sull’auto-osservazione e sull’auto-educazione. Approfondisce gli studi di neurologiaanatomia, fisiologiabiomeccanicapsicologia e le modalità dell’apprendimento umano. Dopo essere tornato a camminare in modo efficiente, inizia a divulgare le sue scoperte in conferenze e tramite lezioni e lavoro individuale con alcuni colleghi.

  • Londra: il primo libro sul Metodo

    Nel 1946 è a Londra, dove continua la pratica del judo e nel 1949 pubblica il suo primo libro sul Metodo: “Body and mature Behaviour. A Study of Anxiety, Sex, Gravitation and Learning” (“Il corpo e il comportamento maturo. Sul sesso, l’ansia e la forza di gravità”,  vd. Bibliografia), in cui espone le sue teorie sulla relazione tra movimento umano e sistema nervoso. Un testo che si inserisce nel clima culturale del suo tempo:  attorno alla metà del Novecento nasce il movimento della psicologia umanistica, che dà l’avvio a una nuova concezione dell’individuo come organismo integrale e sistema interagente e interdipendente all’interno di una complessa rete di sistemi e sottosistemi. Ne consegue la sostituzione del principio lineare di causa-effetto con quello della circolarità.

  • Verso una visione unitaria dell’essere umano

    MOshe con scheletroNumerosi gli scienziati e i pensatori che ebbero influenza su Feldenkrais, con i quali a volte intrattenne rapporti personali: Matthias Alexander, fondatore della tecnica posturale che porta il suo nome; il filosofo armeno George Gurdjieff; il musicista ed educatore Heinrich Jacoby; lo psicoterapeuta Fritz Perls; Milton Erickson, psichiatra specializzato nell’ipnosi; lo psicologo e sociologo sovietico Alexander Lurija; Elsa Gindler, pioniera del lavoro somatico; il biologo Ludwig von Bertalanffy, fondatore della teoria generale dei sistemi; il medico William Bates… tutti innovatori nel diffondere un nuovo paradigma dell’essere umano, secondo una visione unitaria di corpo e mente, pensiero ed emozioni, fino ad allora separate dal dualismo di matrice cartesiana. Presupposti da cui nasce anche la fiducia nel potenziale intrinseco di automiglioramento di ogni individuo.

  • Israele: l‘inizio dell’attività didattica

    mosheNel 1951 rientra in Israele, divenuto Stato indipendente nel 1948. Dopo aver diretto il Dipartimento di elettronica del Ministero della difesa, si stabilisce a Tel Aviv, dove inizia a insegnare il suo Metodo a tempo pieno. Nel 1955 apre lo studio sulla Alexander Yanai, la strada da cui prenderà nome il corpo di lezioni insegnate – e trascritte –  in quegli anni. Riscontra anche negli altri gli effetti sperimentati su di sé, approfondendo, accanto all’aspetto riabilitativo, la ricerca nell’apprendimento e nell’evoluzione del movimento umani.

  • Un allievo famoso

    testaUn aneddoto famoso è quello che vede protagonista il primo ministro e fondatore di Israele David Ben Gurion, suo amico e allievo, che grazie al Metodo riuscì a mettersi sulla testa in età avanzata. L’episodio è stato immortalato in una famosa fotografia. Fu lo stesso Ben Gurion a incoraggiare Feldenkrais perché si dedicasse esclusivamente allo sviluppo del Metodo. Nei primi Anni 60 pubblica “Conoscersi attraverso il movimento”.

  • La diffusione del Metodo

    Dagli Anni 60 al 1981 presenta il suo lavoro in Europa e in Nord America, iniziando a formare insegnanti. Il primo gruppo nasce a Tel Aviv nel 1971. A questo appartengono Mia Segal, Yochanan Rywerant, Gaby Yaron, Ruthy Alon, Myriam Pfeffer, Chava Shelhav.  Nel 1972 è invitato negli Stati Uniti per presentare il suo lavoro in università e istituzioni sanitarie e insegna all’Esalen Institute di San Francisco. Esce un altro libro, “Il caso di Nora”, un avvincente racconto del caso di una donna colpita da ictus, che  impara nuovamente a leggere, a camminare e a raggiungere un’autonomia nell’agire quotidiano.

  • Stati Uniti

    MosheTra il 1975 e  il 1978 forma 65 insegnanti a San Francisco. Nel 1980 oltre 200 studenti iniziano il corso di formazione per insegnanti all’Hampshire College di Amherst, Massachusetts, fra cui unica italiana è Mara Della Pergola. Nel 1981 Feldenkrais si ammala e alcuni allievi lo seguiranno in Israele, dove morirà nel 1984. L’anno prima viene portato a termine il training del terzo gruppo di insegnanti. Prima della morte, pubblica “Le basi del metodo”, mentre postumo esce  “L’io potente”, il cui manoscritto originale risale all’inizio degli Anni 50.

  • Allievi e collaboratori

    moshe ifMoshe Feldenkrais ha lavorato con moltissime persone, dai bambini con paralisi cerebrale ad artisti di fama mondiale, come il violinista Yehudi Menuhin, Leonard Bernstein, il regista Peter Brook e Jacques Lecoq. Ha collaborato con molti scienziati, fra cui l’antropologa Margaret Mead, i neuro scienziati Karl Pribram e Paul Bach-y-Rita, il fisiologo Elmer Green, i ricercatori Jean Houston e Robert Masters.