foto mara della pergolaUnica allieva italiana di Moshe Feldenkrais, socia fondatrice dell’Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais (AIIMF) di cui  è stata presidente dal 1987 al 1992. Ha introdotto il Metodo in Italia negli Anni 80, fondando l’IsFel (Istituto di Formazione Feldenkrais) di Milano e formando le prime generazioni di insegnanti, prima come organizzatrice e formatrice, poi come responsabile pedagogica. Ha iniziato parallelamente l’attività di post-formazione, diventando trainer nel 2000.  Ha partecipato alla costituzione dell’EuroTAB, organismo che accredita le formazioni e i formatori, e dell’IFF, federazione che raggruppa tutte le associazioni nazionali, i rappresentanti dei formatori e della famiglia Feldenkrais. Ha tenuto seminari alla Facoltà di Scienze motorie di Roma, Urbino e Brescia e dal 1991 al 1996 ha insegnato alla scuola del Teatro Stabile di Torino. Ha inoltre collaborato con il Conservatorio di Campobasso, la Civica Scuola di Musica di Milano, la ASL Città di Milano, tenendo corsi per musicisti, attori, medici e fisioterapisti. Autrice di numerosi articoli e pubblicazioni, oggi lavora regolarmente con adulti e bambini nel suo Centro Feldenkrais di corso di Porta Nuova e insegna nelle formazioni dell’IsFel e nelle formazioni  di altri Centri in Italia, in Europa (Austria, Germania, Francia, Inghilterra, Belgio), Stati Uniti (San Francisco e San Diego), Colombia e Messico. Nel 2017 è stato pubblicato il suo libro Lo sguardo in movimento. Arte, trasformazione e metodo Feldenkrais dalla Casa editrice Astrolabio – Ubaldini. Nel 2019 ha fatto parte del comitato scientifico del VI Convegno AIIMF Apprendimento movimento e creatività. L’arte di integrare.

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Mara Della Pergola ricorda Feldenkrais: l’incontro con il maestro e con il metodo 

Verso una nuova area di ricerca

Jacque Lecoq 1Negli Anni 70 lavoravo  in un centro psicopedagogico per la tutela della salute della provincia di Milano e mi resi conto che mancava un approccio corporeo alla persona che non fosse terapeutico; un’area di ricerca che avrebbe potuto allargarsi e rivelarsi molto utile. Frequentavo la scuola del Teatro Arsenale che seguiva il metodo dell’attore, mimo e pedagogo Jacques Lecoq e una parte degli esercizi si basava sul metodo che Moshe Feldenkrais stava diffondendo nel resto d’Europa. Lo trovavo interessante e innovativo; così decisi di andare in Israele per conoscere di persona il fondatore.

Israele 1979: l’incontro con Moshe Feldenkrais

2013-04-22

Arrivai a Tel Aviv nel Natale del 1979 e quando incontrai Moshe Feldenkrais  mi sembrò un signore anziano e un po’ burbero, allo stesso tempo molto interessante, che mi incuriosiva. Ricordo che era circondato da allievi in visita e che si stava accingendo a lavorare con una bambina di sette anni, la quale non aveva alcuna voglia di entrare nel suo studio. Il modo in cui egli riuscì a trarla a sé fu davvero intelligente: iniziò a seguire con le dita le lettere stampate sulla maglietta della bimba e a leggere le parole. Fu così che riuscì a entrare in contatto con lei e a quel punto cominciarono a parlarsi e lei lo seguì.

La decisione di studiare con Feldenkrais

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Quando ricevetti la prima lezione individuale fu un’esperienza speciale: sperimentai su me stessa un modo di toccare le persone rispettoso e sensato, che mi faceva sentire bene e che allo stesso tempo mi insegnava qualcosa. Subito dopo questa esperienza corsi da Moshe dicendogli “Voglio studiare con te! Dimmi quando inizia la formazione”. Sei mesi dopo partii per Amherst, nel Massachusetts, dove si tenne la terza formazione per diventare insegnanti.

Stati Uniti 1980: la formazione ad Amherst

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Non avrei mai pensato di essere l’unica italiana. Eravamo più di 200, per la maggior parte americani e una quindicina di europei. Alcuni dei compagni sono diventati i miei migliori amici e in seguito, diventati formatori, abbiamo iniziato una collaborazione che con alcuni di loro continua tuttora. Alloggiavamo in un moderno college immerso nella campagna, circondato da campi di mais e la formazione era un’immersione totale in un apprendimento per niente accademico e per me del tutto nuovo.

Scienza e consapevolezza

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Non si trattava di imparare una tecnica codificata, ma di studiare con una persona speciale, che grazie ai suoi studi e alle sue intuizioni era riuscita a creare  un ponte tra le leggi scientifiche e la consapevolezza umana. Il risultato era un approccio alla persona unico, originale e in continua evoluzione. Giorno dopo giorno egli creava le sue lezioni per noi che diventavamo, senza saperlo, parte del suo processo creativo.  Nonostante i suoi 76 anni, Moshe non si risparmiava e alla fine della giornata dava alcune lezioni individuali. L’ultimo anno, a causa della sua malattia, il gruppo si divise e una parte, me compresa, terminò il corso a Tel Aviv per stargli vicino.

Il rientro in Italia e la diffusione del Metodo

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In Italia  inizialmente  non avevo nessuno con cui condividere la mia esperienza e alla fine della formazione si trattò di generare una nuova professione. Nel 1983 cominciai a insegnare, lasciando  il mio lavoro in ambito socio-sanitario e nel 1988 fondai l’Istituto di Formazione Feldenkrais per la diffusione del Metodo. Quello stesso anno organizzai, con Ruthy Alon direttrice pedagogica, la prima formazione, con una sessantina di partecipanti. Nel 1987, assieme ai colleghi italiani che allora frequentavano la formazione della scuola di Parigi, fondammo l’Associazione Italiana Insegnanti del Metodo Feldenkrais (AIIMF), di cui sono stata presidente fino al 1992.

Diventare formatrice

È stato un percorso molto arricchente e di grande soddisfazione. Per molti anni ho lavorato con gli insegnanti più esperti e rispettati, quelli della prima generazione, fra cui Gaby Yaron, Myriam Pfeffer, Ruthy Alon, Yochanan Rywerant, Chava Shelhav, Bruria Milo, Mark Reese, un caro amico purtroppo prematuramente scomparso. Tutti mi hanno sostenuta nel mio progetto e così nel 2000, con una tesi sulle mie esperienze, sono diventata formatrice. Mi piace molto accompagnare le persone nei quattro anni di formazione in un viaggio che arricchisce e migliora la loro vita personale e professionale.